NEL CUORE DELLE MONTAGNE DELL’ALTO ADIGE E DELLE DOLOMITI
Il “fondatore della fotogeologia” Aimé Civiale, realizza tra il 1850 e il 1882 circa 150 dagherrotipi per l’Accademia Francese delle Scienze. La fotografia come “ricordo” non è inizialmente rilevante. Troppo costosa, troppo rischiosa e troppo ingombrante: un’attrezzatura fotografica pesava circa 250 chili. Le origini della fotografia di montagna, come documentazione di un’avventura, è databile intorno al luglio 1861, con la scalata del Monte Bianco dei fratelli Bisson che hanno realizzato la prima fotografia di questo monte.
TUTTI I TENTATIVI DI FOTOGRAFARE SOPRA LA LINEA DEGLI ALBERI, FALLIRANNO A CAUSA DI OSTACOLI TECNICI INSORMONTABILI.
JOHN RUSKIN
Auguste-Rosalie Bisson è il fotografo reale ufficiale di Napoleone III. A Chamonix apre uno studio dove vende i suoi dipinti di montagna come souvenir. Joseph Tairraz, che tra il 1861 e il 1890 compie un numero enorme di salite sul Monte Bianco come guida alpina e fotografo, potrebbe essere stato ispirato da questa iniziativa, caldeggiata dall’entusiasmo per il turismo alpino alimentato dallo show londinese di Albert Richard Smith sulla prima scalata britannica del Monte Bianco.
Quindi sono loro – Tairraz e Bisson – i veri pionieri della fotografia di montagna.
Bernhard Johannes (1846-1899) di Partenkirchen, Jules Beck (1825-1904) di Strasburgo e Vittorio Sella (1859-1943) di Biella sono tra i primi specialisti di questo particolare genere fotografico. Tutti e tre si sono occupati dell’ambientazione montana nella fotografia, hanno compiuto innumerevoli spedizioni e hanno dato un prezioso impulso al genere e alle sue peculiarità tecniche. Ad accomunarli, il fatto di essere sia alpinisti che fotografi e di essere stati i primi a scattare ciascuno le prime immagini di una montagna specifica: Johannes la Zugspitze, Beck la Punta Dufour, Sella il Gran Paradiso.
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